Saggio

Molecole d'acqua

In questa società fluida – in cui tutto è momentaneo, mutevole, ambiguo – condannata a inseguire due miraggi, velocità e successo individuale, noi siamo come molecole d’acqua in balia d’un oceano inquinato dai tensioattivi.

Per intrinseca natura ci leghiamo tra noi a formare una goccia e aderiamo alla superficie del luogo che ci accoglie: si chiama tensione superficiale. I tensioattivi s’insinuano dentro di noi e spezzano questo legame, rompono la forza di coesione e ci isolano, per poterci meglio disperdere.

I tensioattivi che ci intossicano sono il frutto avvelenato del pensiero dominante neoliberista. Non un pensiero unico – se non altro perché noi la pensiamo diversamente – bensì un pensiero dominante, in quanto in mano ai pochissimi dòminus che tutto dispongono, e per noi tossico, che ci avvelena con la violenza dei suoi modelli e la pervasività dei suoi strumenti.

Noi molecole d’acqua siamo tutte uguali, due atomi d’idrogeno e uno d’ossigeno, e tutte diverse, perché ognuna di noi rifrange la luce a modo suo. Se lasciamo che un manipolo di noi, impazzite dall’ingordigia e dal delirio di onnipotenza, spezzi il miracolo della nostra multiforme bellezza, la Terra tornerà ad essere un cumulo di polvere, senza vita, che vaga nell’Universo.

Molecole d'acqua

«… siamo tutti diventati marionette nel Gran teatro dei burattini, solo che al posto di Mangiafuoco … abbiamo un algido algoritmo, cui abbiamo ceduto ogni nostra residua umanità e che è stato progettato per tenerci legati a lui, per sempre.

Se vogliamo … trasformare finalmente Pinocchio in un bambino, occorre un enorme sforzo di consapevolezza e di alfabetizzazione funzionale. Uno sforzo che dobbiamo sostenere con le nostre forze, perché qui non esiste alcuna Fata Turchina a cui chiedere aiuto. Semmai esistono tantissimi Pinocchio a cui unirsi.

Se vogliano davvero cambiare le cose, dobbiamo imparare a gestire la complessità crescente che ci circonda attraverso una riconquistata consapevolezza del nostro ruolo nel mondo e nella storia e la riscoperta del valore della qualità della conoscenza, una conoscenza che necessariamente si basi sulla cultura dell’uomo nella sua dimensione storica e che si ispiri alla Natura, la quale è fatta di circolarità e di interrelazioni, di habitat e di comunità, di mutualità e di continue integrazioni tra diversità, che non mirano a sopraffarsi, bensì a raggiungere l’equilibrio perfetto per convivere bene insieme, completandosi».

Questo scritto prova a spiegare quanto vasta e sistematica sia l’opera di demolizione di valori, culture, territori, ecosistemi, comunità, linguaggi, stili di vita, messa in atto dal pensiero dominante neoliberista, quanto esso stia ormai modificando il modo stesso di pensare e di essere dei singoli individui, e come questa destrutturazione stia partorendo una restaurazione, frutto del violento prevalere del pensiero binario (giusto/sbagliato, vincente/perdente) che ci sta conducendo a condizioni predemocratiche, a governi oligarchici ed a società di stampo medievale, basate sul conflitto e una crescente endemica disuguaglianza.

Quindi, partendo dal presupposto che la natura umana sia solidaristica e occorra soltanto consentirle di esprimersi compiutamente, cerca di raccogliere in un pensiero organico – non occorre inventarsi nulla, basta prendere il meglio che ancora c’è e metterlo a sistema – un insieme di ideali e di valori, da tradurre in comportamenti e in prospettive.

"Ecco un breve estratto del libro"

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